Angeli dei Sette Chakra |
 Gli Angeli dei Chakra si rivolgono ad animi in cammino verso un sempre maggiore e consapevole equilibrio personale.
Donarsi o donare un angelo dei Chakra è un gesto colmo di simboli e significati.
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Odiosa domanda che ritorna alla mente in certi momenti critici della nostra vita e alla quale rispondiamo come abitualmente facciamo col nonnino artereosclerotico.
La sclèrosi, l’indurimento dell’antico quesito, questo suo porsi di fronte a me, testardo come un mulo, mi fa pensare alle cose più turpi, oscene, scurrili e blasfeme. Ma poi prevale la pudicizia e mi dico: Sono come sono, ecco! L’animale che da bambino cammina a quattro zampe, da adulto a due e da vecchio a tre.
Niente da fare, la sfinge che col suo indovinello rovinò la vita a Edipo, è ancora lì sul monte Figio. Non la precipito giù, fingo di non conoscere la risposta e non faccio l’ingloriosa fine di Edipo, nudo e cieco in giro per il mondo. Figuriamoci ... già così, con jeans, maglione ed occhiali ... ci siamo capiti, no?
Chi siamo? Nonostante tutto non voglio ignorare la cosa. In fondo - e nemmeno, poi, tanto - la cosa mi riguarda. Non elaborerò una nuova teoria, ce ne sono già troppe. Raccontare ecco … a me stesso e agli altri.
La narrazione è la via maestra per parlare di cose importanti.
Mi esprimerò lasciando uno spazio, una distanza minima tra me e la cosa. Quanto basta perché la cosa non prenda il sopravvento su di me.
E poi il racconto, diversamente dal discorso scientifico, ci dà la possibilità di dialogare, di parlare per metafore, per simboli, senza, per questo, sconfinare nel fantasioso o nel banale.
L’immediatezza comunicativa del simbolo, ci fa visualizzare la cosa, ce la fa “toccare con manoâ€, e questo è molto bello oltre che utile, specialmente se stiamo parlando di cose apparentemente astratte o se dobbiamo esprimere un pensiero un po’ contorto.
Facciamo un esempio. Devo dire delle cose sul linguaggio, sulla forza evocativa della parola, chiamo in mio aiuto una delle donne più affascinanti del Romanticismo: Mme de Sévigné. La leggiadra dama dell’ottocento così si esprime:
“Una mia parola mi fa tornare in mente il ricordo dei luoghi; ne sono colpita al di là della ragioneâ€.
Che ve ne pare? Senz’altro meglio di un discorso di tipo metalinguistico… No?
L’amore, l’amicizia, la famiglia, il lavoro, la norma e la trasgressione, il delitto e la legge, la superstizione e la magia, la scienza e la tecnologia, la fede e il dubbio, saranno alcuni dei luoghi che visiteremo e lungo i quali cercheremo un senso da dare alla nostra vita, alla nostra quotidianità .
Ci esprimeremo per simboli, ci lasceremo sedurre da personaggi mitologici e da vicende intriganti, sicuri che, al di là delle astratte e spesso false teorie e degli intellettualismi narcisistici e demodé, ascolteremo l’antica sapienza e faremo nostro il motto delfico: CONOSCI TE STESSO. © G.dell'Isola - 2003 - Tutti i diritti riservati. È vietato utilizzare i testi senza autorizzazione.
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